Il decoratore Consultò l’orologio da taschino, era ancora presto e continuò ad aggirarsi nell’antico camposanto, un tempo in estrema periferia, ma ormai assorbito nell’abitato. Faceva parte della sua natura trovare diletto anche nell’andare per cimiteri dove assisteva a quanto non riesce a vedere chi li frequenta per visitare la buonanima. Scopriva la paradossale, frenetica vita che danza fra le lapidi in un fruscio di lucertole e un ronzio d’insetti, nel balletto dei passeri, nelle corse dei merli, nei richiami insistiti delle tortore. Persino i variopinti fiori di plastica si agitavano, fingendosi veri, quando lui li sfiorava incuriosito dagli epitaffi dove ricorrevano gli stessi cognomi e certi bei nomi dimenticati: EUFRASIA, REMIGIO, EULALIA; o altri di incerta composizione come GENTILA, CELESTO. Alle generalità seguiva, a volte, la qualifica o lo stato civile quasi fossero un titolo, quali TESSITORE, MANISCALCO, oppure: NUBILE, senza ulteriori, ardue precisazioni. Particolare attrazione esercitavano le scritte che testimoniavano morti violente, incidentali: BREVE, IMPLACABILE MORBO TRAMUTO’ IL TURBO DI GUERRA CON L’ETERNA PACE. C’erano poi gli epitaffi-necrologi a testimoniare un orgoglioso affetto di… rappresentanza: CANCELLIERE DELLA REGIA PRETURA PER 30 ANNI IL DELICATO UFFICIO CON MITEZZA-LEALTA’-GIUSTIZIA FEDELMENTE ESERCITO’ RACCOGLIENDO LARGO TRIBUTO… eccetera: era, in pratica, una devota nomina [...]
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