All’epoca, conoscevo una certa Miriam Barone, di professione avvocato, che abitava poco lontano da casa mia. Era una donna ormai matura e con le rughe sul fegato –quelle in superficie se l’era fatte spianare–. Spesso la vedevo intenta ad accudire le proprie aiuole di tagete che agghindavano il minuscolo giardino della sua “villetta a schiera”. [...]
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